Skip to main content
Cosa stai cercando?

Cos’è la SCIA edilizia, quando serve e come richiederla

27Mag Ristrutturazioni

La SCIA edilizia, acronimo di Segnalazione Certificata di Inizio Attività, è una pratica amministrativa che consente di iniziare determinati interventi edilizi senza attendere un’autorizzazione formale da parte del Comune.

Introdotta con l’obiettivo di semplificare l’attività edilizia e ridurre i tempi della burocrazia, la SCIA permette l’avvio immediato dei lavori, a condizione che vengano rispettate tutte le normative urbanistiche e tecniche vigenti.

Ma cos’è la SCIA, più nel dettaglio? Si tratta di un’autocertificazione presentata da un tecnico abilitato, che attesta la conformità dell’intervento edilizio previsto alle leggi in vigore. Grazie a questo strumento, il cittadino o il professionista può procedere con l’esecuzione dell’opera senza dover attendere il rilascio di un permesso edilizio tradizionale.

SCIA edilizia: il quadro normativo di riferimento

La SCIA pratica edilizia è stata introdotta ufficialmente nell’ordinamento italiano con il Decreto Legge 78 del 2010, convertito nella Legge 122/2010. Questo provvedimento ha sostituito la vecchia DIA (Dichiarazione di Inizio Attività) per una serie di interventi minori.

La normativa è stata successivamente aggiornata con il cosiddetto “SCIA 2” (D.Lgs. 222/2016), che ha ridefinito in modo più preciso gli ambiti di applicazione, distinguendo tra le varie tipologie di procedimenti edilizi. Negli anni più recenti, ulteriori modifiche sono state introdotte attraverso il Decreto Semplificazioni e, soprattutto, il Decreto Salva-Casa, che ha chiarito ulteriormente le condizioni in cui è possibile ricorrere a questo strumento.

L’intero impianto normativo mira a rendere più efficiente la macchina amministrativa, favorendo una gestione più snella e rapida delle autorizzazioni edilizie.

Tipi di SCIA edilizia: quali sono e come funzionano

La normativa italiana prevede diverse tipologie di SCIA edilizia, ciascuna pensata per specifici casi e livelli di complessità burocratica. Comprendere le differenze tra le varianti della SCIA è essenziale per presentare la pratica correttamente e per evitare ritardi o rigetti da parte dell’amministrazione.

Le principali forme di pratica SCIA edilizia sono:

  • SCIA ordinaria: è la forma più semplice e ricorrente. Si utilizza per interventi che non necessitano del parere o dell’autorizzazione di altri enti oltre al Comune.
  • SCIA unica: viene usata quando, oltre alla SCIA edilizia, occorre acquisire altri atti di assenso da enti diversi (come ASL, Sovrintendenza, Vigili del Fuoco). In questo caso, tutte le autorizzazioni sono gestite in un’unica procedura.
  • SCIA condizionata: si applica quando l’inizio dei lavori dipende dall’ottenimento di altre autorizzazioni esterne. I lavori possono iniziare solo dopo l’acquisizione di tali atti.
  • Super SCIA: introdotta con il Decreto SCIA 2, questa tipologia consente di concentrare in un’unica pratica tutti i titoli abilitativi necessari per interventi complessi, riducendo ulteriormente tempi e oneri burocratici.

Queste varianti della SCIA offrono una gestione più flessibile della procedura edilizia, permettendo di adattare la presentazione della SCIA alla natura dell’intervento e al numero di autorizzazioni richieste.

SCIA quando serve davvero

Capire quando serve la SCIA edilizia è fondamentale per non commettere errori nella pianificazione e nell’esecuzione dei lavori. La Segnalazione Certificata di Inizio Attività è obbligatoria ogni volta che l’intervento non rientra nei lavori di edilizia libera e non richiede né il Permesso di Costruire né la CILA. A stabilirlo è l’articolo 22 del D.P.R. 380/2001.

La pratica SCIA edilizia è richiesta nei seguenti casi:

  • Manutenzione straordinaria che coinvolge parti strutturali dell’edificio, come travi e solai, oppure comprende l’installazione o l’adeguamento di impianti tecnologici e sanitari, senza alterare la volumetria o la destinazione d’uso.
  • Restauro e risanamento conservativo strutturale, con l’obiettivo di preservare l’edificio, rispettandone la struttura e le caratteristiche architettoniche originarie.
  • Ristrutturazione edilizia leggera, come la demolizione e ricostruzione parziale, l’inserimento di elementi come scale o balconi, o modifiche interne che non alterano in modo sostanziale sagoma o volume.
  • Varianti in corso d’opera al permesso di costruire, purché non impattino su volumetrie, destinazione d’uso o parametri urbanistici.
  • Cambio di destinazione d’uso, che dal 2024, grazie al Decreto Salva Casa, può essere gestito tramite SCIA quando non comporta trasformazioni strutturali rilevanti.

Esempi pratici di scia lavori per cui è necessaria la segnalazione:

  • Apertura o chiusura di porte e finestre su pareti strutturali.
  • Costruzione di scale interne o esterne.
  • Rifacimento o sostituzione di tetti e solai.
  • Realizzazione di balconi e terrazzi.

Come funziona la pratica SCIA edilizia

La SCIA pratica edilizia segue una procedura codificata che prevede la redazione e la presentazione della SCIA al Comune competente, attraverso lo Sportello Unico per l’Edilizia (SUE). Il professionista incaricato – generalmente un geometra, architetto o ingegnere – compila la SCIA e allega una relazione tecnica asseverata.

Questo documento attesta che l’intervento proposto è conforme alle norme urbanistiche, edilizie, di sicurezza e igienico-sanitarie. Una volta protocollata la documentazione, i lavori possono iniziare immediatamente, senza attendere l’esito dell’istruttoria.

L’amministrazione ha comunque 30 giorni di tempo per effettuare controlli, verificare la correttezza della documentazione e, se necessario, chiedere integrazioni o bloccare l’intervento in caso di irregolarità. Trascorso tale periodo senza rilievi, la SCIA si considera pienamente valida grazie al principio del silenzio-assenso.

Chi può presentare la SCIA edilizia e come farlo

La presentazione della SCIA spetta al soggetto che ha titolo sull’immobile, come il proprietario o l’usufruttuario, oppure a un suo delegato. Tuttavia, la compilazione e la gestione della pratica SCIA sono affidate a un tecnico abilitato, figura centrale in questo processo.

È il tecnico a redigere la documentazione tecnica necessaria, a predisporre gli elaborati grafici e a compilare la relazione asseverata, che è parte integrante della SCIA. Tutto il procedimento deve avvenire in modalità telematica, tramite il portale dedicato dello Sportello Unico per l’Edilizia.

L’intervento del tecnico garantisce non solo la correttezza formale dell’istanza, ma anche la conformità del progetto alla normativa vigente. Per questo motivo, è sempre consigliabile affidarsi a un professionista esperto per evitare errori che potrebbero rallentare o bloccare l’intervento edilizio.

SCIA edilizia: cosa deve dichiarare il tecnico nella relazione asseverata

Un elemento cruciale della presentazione SCIA è la relazione tecnica asseverata, documento che il tecnico abilitato compila sotto la propria responsabilità. Questa relazione attesta la legittimità dell’intervento edilizio e ne certifica la conformità alle normative vigenti.

Il professionista deve dichiarare che:

  • L’intervento rientra tra quelli previsti dalla normativa per la SCIA edilizia (manutenzione straordinaria, restauro strutturale, ristrutturazioni leggere, varianti o sanatorie).
  • I dati geometrici dell’immobile (superficie, volumetria, altezza, numero di piani) sono corretti.
  • L’intervento è conforme agli strumenti urbanistici del Comune.
  • Sono rispettate le normative per il superamento delle barriere architettoniche.
  • Gli impianti rispettano i requisiti di sicurezza previsti dalla legge.
  • L’intervento è conforme alle norme sul risparmio energetico.

La relazione asseverata è parte integrante della pratica SCIA edilizia e garantisce la correttezza delle informazioni fornite al Comune.

Come compilare correttamente una pratica SCIA edilizia

La compilazione della SCIA edilizia è un processo dettagliato che richiede la massima attenzione da parte del tecnico abilitato. Una SCIA errata o incompleta può comportare sanzioni o la sospensione dei lavori.

Ecco i principali passaggi da seguire per compilare una SCIA in modo corretto:

  • Inserire i dati anagrafici del titolare (nome, cognome, codice fiscale, indirizzo) e, se applicabile, quelli della ditta e del rappresentante legale.
  • Dichiarare, ai sensi dell’art. 76 del D.P.R. 445/2000, la titolarità dell’intervento e specificare se interessa parti comuni dell’edificio.
  • Definire la tipologia dell’intervento (es. manutenzione straordinaria, restauro conservativo, ristrutturazione).
  • Specificare la data di inizio lavori.
  • Selezionare il tipo di SCIA da presentare (ordinaria, unica o condizionata).
  • Fornire una descrizione tecnica dettagliata dell’opera da eseguire.
  • Indicare l’ubicazione dell’intervento, con indirizzo e dati catastali.
  • Verificare e dichiarare la regolarità urbanistica e i precedenti edilizi.
  • Calcolare il contributo di costruzione eventualmente dovuto.
  • Inserire i dati dei tecnici incaricati e delle imprese esecutrici.
  • Garantire il rispetto delle norme in materia di sicurezza, salute e privacy.

Una corretta compilazione è essenziale per una presentazione SCIA senza intoppi e per l’immediato avvio dei lavori.

Presentazione della SCIA edilizia: come e dove inviarla

La presentazione della SCIA edilizia deve avvenire in modalità telematica, attraverso il portale ufficiale SUE – Sportello Unico per l’Edilizia del Comune di competenza. La compilazione è guidata e genera un modulo che deve essere firmato digitalmente dal tecnico.

Dopo l’invio:

  • Per la SCIA edilizia, l’Amministrazione ha 30 giorni di tempo per verificare la legittimità della pratica.
  • Se emergono incongruenze, l’ufficio può:
    • Richiedere documentazione integrativa.
    • Ordinare la sospensione dei lavori in caso di gravi irregolarità.
  • Al termine dell’intervento, deve essere inviata la comunicazione di fine lavori.

In alcuni Comuni non ancora completamente digitalizzati, è possibile presentare la SCIA in formato cartaceo, ma la procedura telematica resta lo standard preferito per velocità e tracciabilità.

SCIA edilizia: quando si possono iniziare i lavori?

Uno dei principali vantaggi della SCIA edilizia è la possibilità di iniziare i lavori immediatamente dopo la presentazione della pratica. Tuttavia, è importante considerare il periodo di verifica da parte del Comune.

L’Ufficio Tecnico ha 30 giorni per esaminare la documentazione. In questo arco temporale può:

  • Richiedere integrazioni in caso di errori formali.
  • Sospendere i lavori o annullarli se emergono dichiarazioni false o documenti mancanti.

Per maggiore sicurezza, si consiglia di attendere il parere favorevole o la scadenza dei 30 giorni. Se entro quel termine l’Amministrazione non si esprime, vale il principio del silenzio-assenso: la SCIA è considerata validamente accettata e i lavori possono proseguire senza rischi.

Durata della SCIA edilizia: quanto tempo vale?

La normativa non specifica una durata formale per la SCIA edilizia, ma per analogia con la precedente DIA, si considera un termine di 3 anni dall’avvio dei lavori. Entro questo periodo devono essere completati:

  • Tutti i lavori previsti.
  • Le eventuali comunicazioni di fine lavori e collaudo.

Oltre il triennio, sarà necessario presentare una nuova SCIA, oppure, in alcuni casi, richiedere una proroga.

SCIA edilizia: quanto costa?

Il costo della SCIA edilizia è variabile e dipende principalmente da due fattori:

  • Imposte e diritti comunali: ogni Comune stabilisce importi differenti in base alla tipologia e all’entità dell’intervento.
  • Parcella del professionista: la redazione della pratica SCIA da parte di un tecnico abilitato può avere un costo che varia in base alla complessità del progetto.

In linea generale, il costo totale per una pratica SCIA edilizia si colloca tra i 250 e i 1.000 euro.

Dove siamo

O chiama il 800.340.340Da Lun/Ven 9:00-18:00